domenica 13 novembre 2016

SING STREET. TristeFelice come l'amore. La recensione di Light Up Magazine


di Mina Jane

Tristefelice come l’amore, è la definizione adatta per Sing street piccolo gioiello irlandese di cui John Carney firma la sceneggiatura, la regia e una sorprendente colonna sonora.  
Dopo essere stato apprezzato al Sundance Film Festival 2016 e all’ultima Festa del Cinema di Roma, dal 9 novembre il film è nelle sale italiane.

Poteva essere un vero flop, il remake in versione irlandese di uno dei tanti teen drama che narrano il difficile ma esaltante esordio di una giovane rock band. E invece no.  Con Sing street John Carney ha trovato una via del tutto originale per raccontare una storia semplice ma bella e trascinante come la musica che l’accompagna.

Conor "Cosmo" Lalor (Ferdia Walsh-Peelo) è un quindicenne di Dublino che come tanti subisce le conseguenze della crisi economica dell’Irlanda durante gli anni ’80. 

Costretto a cambiare scuola a causa delle difficoltà finanziarie della sua famiglia si ritrova in un ambiente sociale duro e ostile. 
Conor riesce ad evadere però dalla sua complicata situazione familiare e dalle vessazioni scolastiche formando una band per far colpo sulla ragazza che gli piace, la bellissima Raphina (Lucy Boynton). 
Dal pop, al rock alla musica dark, Sing street ha il potere di far vivere con realismo le atmosfere degli anni ’80 con le musiche delle band che hanno fatto la storia di quegli anni come Duran Duran, The Cure, A-ha, The Clash, Hall & Oates, Spandau Ballet e The Jam. Nel film ci sono brani di ognuna di loro, ma più di tutto è il percorso che compiono i protagonisti a descrivere dal di dentro quel periodo così significativo della musica.  Vecchio e nuovo, amarezza e ironia, sogni così concreti che sembrano quasi realtà e nello stesso tempo una realtà che rispetto ai sogni sembra tanto piccola e misera, ma rappresenta il vero motore di tutto. Questo è Sing street un mix armonioso di tanti elementi che trasformano una storia quasi comune nel più entusiasmante e audace dei brani musicali.
Ogni canzone del film, tanto quelle inedite scritte da Carney e da suo fratello quanto quelle originali degli anni ’80, ripercorre uno stile specifico di quel decennio musicale così ricco e vario ma assolutamente inconfondibile.
“Credo che gli anni ’80 siano stai l’ultima decade genuina -ha raccontato John Carney- , c’erano ancora dei suoni originali. Volevamo che le musiche fossero belle, orecchiabili e accattivanti come quelle degli anni ’80”.

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