martedì 27 settembre 2016

S is for Stanley, Kubrick visto con gli occhi del suo insostituibile autista


Emidio D'Alessandro con Ryan O'Neal, Matthew Modine e Tom Cruise
“Lui un genio, io figlio di un contadino”
di Mina Jane

Correva l'anno 1971, Emilio D’Alessandro era un giovane italiano immigrato nel Regno Unito in cerca di lavoro. Per un caso fortuito, un giorno conobbe un certo Mr. Kubrick che lo volle come suo autista personale. Da quell'incontro ebbe inizio una storia di incredibile amicizia. Nel 2015 il regista Alex Infascelli realizza un film-intervista sull’uomo che accompagnò fedelmente su strade e set uno dei più grandi direttori cinematografici del secolo scorso.

“Ci sono voluti anni prima che mi convincessi a parlare di lui – racconta Emilio D’Alessandro in un’intervista -. Qui in Italia ci sono tanti che ammirano i suoi film ma io, lavorando con lui, non sapevo niente di niente. C’era con Stanley un affetto familiare”. Emilio racconta di una collaborazione professionale che presto divenne un rapporto fondato su una solida fiducia e sulla reciproca stima. Kubrick si fidava di questo infaticabile italiano più di chiunque altro, solo lui riusciva soddisfare le sue esigenze di precisione e attenzione sul lavoro.   


Emidio D'Alessandro con Matthew Modine
Eppure Emilio, con sconcertante ingenuità, racconta di una fedeltà alla persona prima più che alla figura del noto regista. Stanley gli affidava incarichi estremamente delicati e importanti, ma del tutto incomprensibili ai suoi occhi, ciononostante li svolgeva con diligenza esemplare. Non aveva idea di che funzione avesse il fallo di ceramica che dovette recuperare nonostante la tempesta di neve o a cosa servissero centinaia di candele su un set cinematografico. Emilio di cinema non capiva assolutamente niente, non gli interessava allora, eppure grazie anche alla sua disponibile dedizione verso Stanley, anche nelle situazioni più assurde, si sono potute realizzare alcune delle scene più memorabili di Arancia Meccanica o Barry Lyndon.

Sul set di Arancia Meccanica
Nel 1999 il cineasta volle dedicare al suo insostituibile braccio destro un piccolo omaggio facendolo recitare nel suo ultimo film, Eyes Wide Shut, e diede il suo nome al bar in cui si recava Tom Cruise; anche la moglie e la figlia di Emilio intervennero nel film come comparse.

S is for Stanley però non è un documentario sulla vita e sulla filmografia di Kubrick, per quanto infinitamente interessante e variegata possa essere. Da questo film in realtà traspare tutta l’esperienza umana di una relazione d’amicizia durata decenni in cui il cinema, l’indimenticabile cinema del grande regista, rappresenta solo l’occasione, la modalità attraverso cui questo legame si è consolidato negli anni.

Emidio D'Alessandro con Stanley Kubrick
Dopo aver conosciuto Kubrick attraverso l’affetto, i ricordi, i racconti e gli oggetti di D'Alessandro, lo stesso regista Infascelli ha dovuto ammettere: “E’ stato un viaggio bellissimo che mi ha avvicinato alla personalità incredibile di due uomini: uno del quale credevo di sapere tutto e in realtà non sapevo niente, un altro del quale non sapevo nulla e mi ha lasciato a bocca aperta con la sua storia".

Emidio D'Alessandro con Alex Infascelli
Sempre nella stessa intervista Emilio D’Alessandro ha raccontato: “Tra me e Stanley era così: lui un genio, io figlio di contadino, ma ci capivamo immediatamente. Con Stanley lavoravo 24 ore su 24, ma non stavo male. Sto male da quando è morto perché mi sto arrugginendo”.





Il film è distribuito da Wanted Cinema [http://wantedcinema.eu/]
Attualmente in programmazione al cinema APOLLO 11 di Roma. [Pagina Facebook]

Alex Infascelli



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