"Vicenzo Vetro, un personaggio che si esprime per ruggiti"
Mercoledì 21 Settembre all’Apollo 11
di Via Nino Bixio 80/A Roma, evento speciale: dopo la proiezione de “Il
bambino di Vetro” il regista Federico Cruciani , l’interprete protagonista
Paolo Briguglia e la sceneggiatrice Josella Porto incontreranno il pubblico in sala.
Abbiamo intervistato Paolo
Briguglia: “Il mio è un personaggio che si esprime più per ruggiti”.
Liberamente ispirato ad un romanzo di Giacomo Cacciatore, “Il bambino di Vetro” realizza una storia delicata e forte al tempo stesso. Federico Cruciani, alle spalle una lunga carriera come regista teatrale, dirige un film in cui si coniugano insieme letteratura, drammaturgia e cinema e in cui la mafia fa da sfondo ad un racconto d’infanzia doloroso ma elegante. Paolo Briguglia (“Lo scambio”) interpreta Vincenzo Vetro, un giovane padre diviso tra l'amore verso il figlio e il desiderio di uscire dalla condizione di povertà in cui vive, che nasconde un grandissimo e drammatico segreto. Il suo è un personaggio che si compone di poche battute, fatto di sguardi e azioni significative.
Liberamente ispirato ad un romanzo di Giacomo Cacciatore, “Il bambino di Vetro” realizza una storia delicata e forte al tempo stesso. Federico Cruciani, alle spalle una lunga carriera come regista teatrale, dirige un film in cui si coniugano insieme letteratura, drammaturgia e cinema e in cui la mafia fa da sfondo ad un racconto d’infanzia doloroso ma elegante. Paolo Briguglia (“Lo scambio”) interpreta Vincenzo Vetro, un giovane padre diviso tra l'amore verso il figlio e il desiderio di uscire dalla condizione di povertà in cui vive, che nasconde un grandissimo e drammatico segreto. Il suo è un personaggio che si compone di poche battute, fatto di sguardi e azioni significative.
Abbiamo chiesto a Paolo Briguglia
quali difficoltà ha incontrato nell’interpretare questo ruolo:
“Vincenzo Vetro è un personaggio
che ho amato moltissimo, molto diverso da me, mi ha fatto subito pensare a uno
dei personaggi di Giovanni Verga, uno di quelli del “ciclo dei vinti” che fanno
sforzi immensi ma hanno la vita contro. Ho studiato per parlare in un dialetto
siciliano molto viscerale, per raccontare un personaggio che viene dal popolo,
che si esprime più per ruggiti che per argomenti. È la prima volta che mi viene
chiesto di interpretare il ruolo di un padre e, anche se non è stato un
processo immediato, sono molto contento del risultato”.
“Il bambino di vetro” è stato presentato lo scorso anno nel programma di Alice nella città, sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, e ha ricevuto una buona accoglienza da parte della critica: cosa ne pensa dell'esperienza dei Festival e quanto secondo lei segnano il destino di un film?
“È bello partecipare ai festival,
sicuramente danno prestigio ad un film. In più, considerata la scarsissima o
quasi inesistente distribuzione del cinema d'autore italiano, è un’occasione
importante per incontrare un pubblico attento e anche molto severo. Mi
fa piacere ricevere anche le critiche oltre ai complimenti: aiutano a capire
meglio il proprio lavoro. Non credo però che i Festival siano in grado di
influire un granché sull’affluenza di pubblico in sala”.
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MERCOLEDI' 21 SETTEMBRE
ore 21,00
'IL BAMBINO DI VETRO"
APOLLO 11
Via NINO BIXIO 80/A
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